Teatro

Eurasia. Dissolvenze geografiche dell'arte

Eurasia. Dissolvenze geografiche dell'arte

La mostra persegue la possibilità di un'arte “scorrevole” tra Europa ed Asia, un'arte che affermi come valore la coesistenza delle differenze. Il titolo è ripreso dall'opera di Joseph Beuys “Eurasia Siberian Symphony 1963, realizzata durante un'azione a Berlino e oggi nella collezione permanente del MoMA di New York City: Eurasia, secondo Beuys, è una visione geografica e, insieme, espressione di una nuova e complessa identità artistica, non più territoriale ed autarchica, ma centrata sul mondo e sull'uomo. Un modello, questo, ripreso oggi da molti giovani artisti, cinquanta dei quali, asiatici ed europei, sono qui documentati. Jun Yang vive a Canton con la sindrome di Parigi; Nina Beier e Marie Lund piegano a metà i manifesti pubblicitari in modo da renderli illeggibili; Timo Nasseri presenta una “Muqarnas” interamente di specchi che consente rifrazioni originali dell'immagine; Stefano Cagol in “Flu Game” crea un intrico di spurghi industriali che sembrano viscere; le miniature persiane di Aidan Salakhova sono di fronte ai rumori del desiderio di Kuang-Yu Tsui; a terra un fiore di cravatte, sulla “Mappa” di bandiere di Alighero Boetti ed un'altra mappa, doppia, di Cristina Lucas con le definizioni dei genitali maschili e femminili in ogni espressione linguistica europea; Alessandro Nassiri Tabibzadeh compre un viaggio a ritroso a bordo di una vecchia Golf dall'Albania all'Italia; curiosa la “Esca al formaggio” di Vadim Zakharov; per Lida Abdul “Casa Bianca” è un concetto diverso dall'immediato rimando, la rovina di una casa con profughi e poveri animali affamati; un marajà sogna di mettere le mani sul monumento alle Scoperte di Lisbona; Hema Upadhyay vede la città come “Luogo di sterminio”. Silvia Giambrone ha progettato per il sito “No enemy”, grandi lettere nere collocate al piano espositivo; nell'atrio Chiharu Shiota e “La sua sedia” intrappolata in una torre di finestre. In particolare mi ha colpito il video di Adrian Paci “Centro di permanenza temporanea” (è anche la copertina del catalogo, ma qui, trasmesso su un piccolo schermo al plasma, è meno efficace che alla Quadriennale di Roma, dove viene proiettato a parete intera). Emozionante “Trans Siberian Amazons”, un'installazione video di Gulnara Kasmalieva e Muratbek Djumalev sulle “venditrici con la valigia” tra Cina e Russia, “amazzoni” militanti che percorrono in treno il nord dell'Asia portando borse a quadretti con dentro merci cinesi, cantando canzoni del passato. Rovereto (TN), Mart Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, fino al 16 novembre 2008, aperta da martedì a domenica dalle 10 alle 18, venerdì chiusura posticipata alle 21 (lunedì chiuso), ingresso euro 10,00 (comprensivo delle altre mostre temporanee e delle collezioni permanenti), catalogo Skira, infoline 0464.438887, numero verde 800.397760, sito internet www.mart.trento.it